La scighera o nebia
Raccontata nei libri, nelle canzoni, nei film, continua a essere protagonista dei cliché di Milano. Dona un fascino particolare alla città e non c’è anno che passi senza che questa si manifesti.
Ecco qualche curiosità sulle cause della nebbia e sui suoi vari nomi.
In gergo tecnico la comune nebbia Milanese è detta “nebbia di irraggiamento”. Si forma nelle notti invernali dopo giornate particolarmente soleggiate. A Milano è favorita dall’umidità del suolo (sotto il terreno della città sono presenti molte falde acquifere) e dalla scarsa ventilazione.
Diversi sono i nomi che i milanesi hanno dato a questo fenomeno, in primis, quello più comune è “scighera”, che stando ai dizionari dell’Ottocento, è la nebbia più densa, più fitta, più impenetrabile. Più incantata, per molti. Negli anni ‘50 si diceva “Milano è nella Scighera, quando non si vede da un marciapiede all’altro, anche nelle viette”. Nominata anche “nebia” anche se quest’ultima sarebbe molto più leggere a livello di densità. I due termini comunque sinonimi, identificano un fenomeno atmosferisco molto amato dai Milanesi e da coloro che amano l’autunno.
Conoscete la storia di Carlina?
La nebbia, a Milano, assume però talvolta anche contorni spettrali, come quello del fantasma di Carlina, una figura nera che infesta le fotografie che tanti novelli sposi fanno nei pressi del Duomo. La leggenda narra infatti che Carlina fosse una ragazza di Como che, appena sposata, decise di salire a visitare le terrazze del Duomo con il suo giovane marito, Renzo. Ma una volta in cima, alla ragazza parve che le statue austere delle guglie la fissassero con riprovazione. La Carlina nascondeva infatti un segreto: un tradimento che aveva portato al concepimento di un figlio che lei stessa aveva fatto credere fosse di Renzo. Piena di angoscia, Carlina si mise a vagare fino a che, smarritasi nella nebbia, cadde di sotto.